Dal suolo alla politica: una conversazione con Mateusz Ciasnocha
Posted 5 December 2025
Una conversazione sull’agricoltura rigenerativa, i corsi di formazione per agricoltori e la connessione tra pratiche di base e politica globale con Mateusz Ciasnocha, co-fondatore e co-CEO di Farm of Francesco.

Cosa ha ispirato il tuo approccio alla formazione per agricoltori e cosa rende queste sessioni in Irlanda distinte da quelle in Nigeria e in Italia?
Le Formazioni agli agricoltori della Farm of Francesco (FoF) sono una risposta diretta all’appello di Papa Francesco a rispondere al “Grido della Terra e il Grido dei Poveri”. Sono state co-create all’interno del Villaggio per l’Agricoltura e la Giustizia di Economy of Francesco (EOF) in occasione della sua fondazione nel 2020. Un gruppo di circa 15 giovani appassionati di agricoltura, allevamento e alimenti provenienti da tutto il mondo si è riunito per applicare il modello See-Choose-Act all’interno dei contesti che ciascuno di noi conosceva meglio.
È attraverso questo processo di progettazione che è emerso il concetto di formazione per agricoltori, non solo come promettente idea da sviluppare, ma come qualcosa che, una volta testato, ha dimostrato la sua efficienza.
I corsi di formazione per agricoltori che abbiamo tenuto finora, in Nigeria nel 2023, in Italia nel 2024 e due in Irlanda nel 2025, hanno molto in comune. In ogni sede, co-progettiamo il programma con i nostri partner locali e internazionali, incorporando intenzionalmente i tre pilastri dei corsi di formazione per agricoltori della FoF:
- Agricoltura rigenerativa,
- Imprenditoria,
- Spiritualità.
Questi pilastri costituiscono il nucleo di ogni formazione che abbiamo condotto e continueranno ad accompagnare tutte le sessioni future. Il modo in cui co-creiamo ogni “Spazio di incontro”, che è il modo in cui concepiamo i corsi di formazione per agricoltori, dipende dal contesto, dalle esigenze e dalle risorse locali. Ad esempio, in Nigeria ci siamo concentrati sulle piante medicinali e sull’allevamento di lumache, mentre in Irlanda abbiamo posto enfasi sulle pratiche di agricoltura naturale coreana.

Quali spunti o risultati chiave sono emersi dal recente workshop dell’UNCCD a Bonn?
Spiccano per me due esperienze emerse nel nostro recente YSI per il workshop delle Convenzioni di Rio delle Nazioni Unite presso la sede dell’UNCCD a Bonn, in Germania, co-finanziato da European Carbon Farmers.
In primo luogo, possiamo ottenere molti più risultati di quanto potessimo immaginare. Fino a pochi anni fa, anche solo visitare un campus delle Nazioni Unite in qualsiasi parte del mondo sembrava un sogno lontano. Oggi, come Farm of Francesco, non solo sosteniamo i processi delle Nazioni Unite, in particolare le Convenzioni di Rio delle Nazioni Unite sul clima (UNFCCC), la desertificazione (UNCCD) e la biodiversità (UNCBD) ma, come questo Workshop ha dimostrato, ora lavoriamo a stretto contatto con loro. Siamo partner. Naturalmente, questo risultato non è stato raggiunto da un giorno all’altro, ma, come ama dire la mia co-fondatrice e co-CEO, Maria Virginia Solis Wahnish, quando si condividono gli stessi valori, incrociare le proprie strade è solo una questione di tempo.
In secondo luogo, non importa quanto tu sia piccolo: puoi comunque fare una differenza significativa. Non lasciare che ciò che ti manca ti impedisca di agire. Ti basta immaginare la FoF, un’organizzazione relativamente giovane e piccola, specialmente per gli standard delle Nazioni Unite, che stringe una partnership con l’UNCCD. Durante il debriefing del workshop, i partecipanti hanno appreso che l’intero Segretariato dell’UNCCD conta meno di 100 collaboratori. È sorprendente quanto impatto possa creare un team così piccolo.
In che modo ritieni che questi corsi di formazione per agricoltori influenzino politiche di più ampia portata o discussioni alla COP30 dell’UNFCCC?
La missione di Farm of Francesco è creare spazi di incontro con l’obiettivo di costruire ponti. Riteniamo che il ponte tra pratiche e politica sia il più importante e anche uno dei più impegnativi da costruire. Ci concentriamo sulla creazione di quei momenti di intuizione in cui i collegamenti mancanti diventano improvvisamente chiari.
A livello di formazione per agricoltori, ciò accade spesso quando un importante agricoltore di riferimento dimostra che l’agricoltura rigenerativa non è solo possibile, ma pratica. E allora si perde quella concezione di asettico caso di studio, anche se i dati rimangono una parte essenziale, e ci si concentra maggiormente sull’idea di una persona che condivide la sua esperienza vissuta. L’impatto è ancora maggiore se quelle esperienze sono comuni.
Portiamo questa conoscenza esperienziale nelle conversazioni con i responsabili politici, che sono spesso lontani dalle realtà agricole quotidiane. L’agricoltura e i sistemi alimentari sono i fondamenti della società: molti di noi hanno la fortuna di mangiare tre volte al giorno, mentre molti altri, soprattutto nel Sud del mondo ma non solo, vanno a letto affamati o soffrono di malnutrizione nonostante consumino abbastanza calorie. Queste sfide sono affrontate al meglio quando i responsabili politici comprendono veramente l’agricoltura.
Qual è stato l’aspetto più gratificante del coinvolgimento parallelo di agricoltori e responsabili politici?
Sicuramente i momenti di intuizione menzionati in precedenza. Sono momenti in cui le amicizie prendono forma, in cui le persone si aprono ed entrano veramente in contatto. Smette di riguardare “me” e “tu” o “noi” e “loro” e diventa un grande e unico noi. Questo, in un modo molto reale, rende il mondo un posto migliore.
Proprio ieri ne abbiamo avuto un grande esempio. Ho partecipato a un workshop incentrato sull’immaginare la fattoria ideale del 2050 e identificare quali azioni dobbiamo iniziare a intraprendere oggi. Durante l’incontro, un collega che conoscevo ha menzionato molto brevemente che la sua istituzione sta organizzando una conferenza sul dibattito agricolo UE-MERCOSUR, un argomento che naturalmente richiede la costruzione di ponti.
Mentre esaminavamo la bozza dell’ordine del giorno, ho notato che tutti i relatori provenivano dall’UE. Una situazione che certamente non incoraggia il dialogo.
Nonostante le mie titubanze, ho suggerito di puntare almeno a una divisione 50–50 tra i relatori dell’UE e del MERCOSUR, o addirittura a favorire la presenza di voci dal MERCOSUR, poiché la conferenza si svolgerà in Polonia per un pubblico polacco. Con mia grande gioia, quel collega, con il quale avevo ormai stretto un legame più forte rispetto a quello che avevamo appena 24 ore prima, ha chiamato per dirmi che i suggerimenti gli erano sembrati eccellenti e che avrebbe voluto invitare come relatori gli esperti che avevo raccomandato.

Con quale invito all’azione vorresti lasciare i lettori, in particolare il nostro pubblico con sede in Europa?
Grazie per aver letto fino a qui: vi sono profondamente grato. Ho tre inviti all’azione per voi:
- Fate visita a un agricoltore.
- Presentatevi ai vostri rappresentanti eletti a livello regionale, nazionale e internazionale.
- Interagite (utilizzando la Piattaforma di Iniziative Laudato Si’ se la ritenete utile) con qualcuno appartenente al vostro stesso campo (ad esempio, un agricoltore se siete agricoltori) che vive dall’altra parte del mondo.
E, naturalmente, vi invitiamo a mettervi in contatto con noi per capire insieme come formare più agricoltori in tutto il mondo. Il nostro sogno è quello di condurre quattro corsi di formazione per agricoltori all’anno, seguendo un rapporto 3:1 tra il Nord e il Sud del mondo. In questo modo speriamo di far sentire maggiormente le voci degli agricoltori nei processi globali, in particolare nelle Convenzioni di Rio delle Nazioni Unite.
E infine, se l’Economy of Francesco vi è ancora nuova, spero che ne approfondirete la conoscenza, soprattutto se formate parte di quel gruppo di giovani che cercano di aiutare a costruire il futuro.